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Donne e logistica: un divario (quasi) superato?

Donne e logistica

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Pregiudizio dopo pregiudizioNon vogliamo fare di tutta l’erba un fascioIstruzione e informazione: un binomio perfetto

La disparità di genere è un fatto reale che non può essere ignorato. Se ti chiedessimo di quantificare le volte in cui hai sentito pronunciare le frasi “Questo lavoro non è per donne” oppure “Una donna non ne sarebbe mai in grado”, probabilmente il numero sarebbe superiore a uno. E in ambito lavorativo questo tema merita di essere davvero approfondito.

Se da una parte ci capita di sentirci estremamente fieri di come il mondo del lavoro negli anni si è evoluto superando stereotipi e pensieri da tempo radicati - in questo senso legati al ruolo della donna - dall’altra non possiamo negare che in alcuni settori questi concetti non si riesca proprio a superarli. E purtroppo, quello della Logistica e Trasporti è proprio uno di questi.

Quali sono le principali cause? Esiste una via d’uscita? Per rispondere a queste domande abbiamo coinvolto Maria, una delle nostre recruiter, che a questo tema ci tiene parecchio.

Professionista in ambito HR e orgogliosamente sempre dalla parte delle donne come di ogni essere umano, prima di approdare in Jobtech Maria ha maturato esperienza in ambito logistico, il settore che l’ha accolta nel mondo del lavoro e che l’ha resa una vera esperta di tutte le dinamiche che coinvolgono le figure professionali che fanno parte di questo mercato così ampio. Quotidianamente segue con tanta passione una missione ben precisa: valorizzare i percorsi e le competenze dei candidati che vogliono specializzarsi nei settori di magazzinieri.it, per supportare il loro inserimento nelle aziende clienti che si affidano a Jobtech. Il suo è - quindi - senza dubbio un punto di vista importante.

Pregiudizio dopo pregiudizio

Sicuramente non si va da nessuna parte. Perché ecco, i temi che vogliamo affrontare in questo articolo fanno parte di interi capitoli di una storia che non è stata scritta ieri. Proviene da molto lontano e si consolidata nel tempo. È il frutto di una matrice culturale - e di conseguenza di coloro che la portano avanti - che fatica a schiodarsi dall’ idea sulla quale si fonda, e cioè che la donna è inferiore rispetto all’uomo. La donna non può svolgere lavori di fatica, la donna non può compiere attività manuali, la donna non può sopportare turni di lavoro pesanti. Ma questo chi lo avrebbe deciso?

Potrebbero sembrare semplici premure e forme di tutela verso il genere femminile, ma in realtà si tratta di motivi di esclusione del tutto ingiustificati. Per quanto sia evidente che una donna possa non sopportare carichi pesanti - questo potrebbe derivare da una forma fisica più minuta - o che la sua forza, sempre per lo stesso motivo, sia inferiore rispetto a quella di un uomo. Ma è la donna che dovrebbe deciderlo.

È un settore conservatore e molti protagonisti sono rimasti indietro. Maria ci racconta che questo accade in primis strutturalmente, proprio per come sono organizzate la maggior parte delle aziende. Al vertice della gerarchia c’è quasi sempre un uomo, così come poi quasi tutti i membri del personale. Ma questo non è altro che un circolo vizioso: tutto inizia dall’istruzione, perché le scuole che formano a questi incarichi vengono frequentate prevalentemente dagli uomini, portando avanti una tradizione che sembra non lasciare spazio al genere femminile in questo contesto professionale.

Molto spesso sono proprio gli stessi datori di lavoro che decidono consapevolmente di non assumere donne nel proprio organico. Perché lo farebbero, secondo il parere di Maria? Lei ammette - tristemente - che inserire una donna in un ambiente di soli uomini potrebbe generare scompensi. Dirlo ad alta voce è stato davvero difficile, per la nostra recruiter. E noi la capiamo perfettamente.

Non vogliamo fare di tutta l’erba un fascio

Posto quindi che alla base di questi pregiudizi sulle figure della Logistica e Trasporti ci sia un fortissimo bias di genere, vogliamo anche presentare la doppia faccia di questa medaglia. Perché per quanto riguarda i Trasporti, infatti, la situazione sembra essere notevolmente migliorata in questi anni. Sì, perché in questo particolare ramo c’è un'importantissima parte di back office e contatto con i fornitori, attività che si tende proprio ad associare - in termini di ruolo, competenze e responsabilità - alla figura della donna. Si tratta comunque di uno stereotipo, ma non ce la sentiamo di condannarlo al 100%.

La logistica purtroppo fa ancora fatica ad arrivare a questo traguardo ma noi, in cuor nostro, sappiamo che questo fatto è destinato a cambiare. Si parla sempre più spesso di mancanza di personale in questi settori, e il compromesso che dovranno fare molti imprenditori sarà proprio di iniziare a considerare anche l’assunzione di professioniste donne, a costo di restare senza risorse. Perché oggi le donne non si candidano agli annunci, partono già - scoraggiate - dalla consapevolezza che non verranno mai prese in considerazione nemmeno per sostenere un singolo step. Niente di più sbagliato.

Istruzione e informazione: un binomio perfetto

Abbiamo chiesto a Maria: “Tu come risolveresti il problema?” e lei - dopo aver un po’ esitato, perché ci sarebbe davvero troppo da dire - ci ha risposto con due parole, semplici ma efficaci: istruzione e formazione. Poi ha argomentato così:

“Si potrebbe iniziare dall’orientamento verso le scuole superiori in momenti dedicati in cui si potrà indirizzare maggiormente a questi indirizzi scolastici di tipo logistico; più donne entreranno in questo mondo a partire proprio dagli studi, maggiori saranno poi le probabilità e le spinte che porteranno a scardinare il concetto.

E poi, ancora:

“Mi piacerebbe che in generale se ne parlasse di più e che si trovassero nuovi strumenti per creare informazione portando all’attenzione grandi casi di successo, come ad esempio alcune aziende piuttosto note del settore molto inclusive in questi termini.”

Infine, prima di salutarla, abbiamo voluto porre un ultimo quesito a Maria. “Cosa diresti a una tua amica che vuole lavorare in questo settore?” La sua risposta ci ha ispirati:

“Le direi di non farsi scoraggiare da come viene descritto questo mondo e di non farsi intimidire dai requisiti che le vengono richiesti solo perché non li possiede; se dovesse avere l’opportunità di svolgere un colloquio le racconterei tutto quello che so di questo mondo - dall’altro dell’esperienza che ho maturato - per aiutarla ad ottenere l’impiego che desidera, ma non mancherò di avvisarla sui possibili scenari negativi.”

Un ruolo di intermediazione, il suo, come quello che ricopre tutti i giorni con le persone che supporta nel trovare lavoro. Proprio come quello che ricopre Jobtech.

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